PharmaDay 2022 - 15.a edizione - Conferenze - PharmaDay

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PharmaDay 2022 - 15.a edizione - Conferenze

2022

PharmaDay 2022
Sabato 24 settembre 2022 - Palazzo Congressi Lugano

Oncologia
PharmaDay 2022
Conferenze
Momcilo Jankovic
Prof. Dr. med ematologo pediatra

Famiglie inaspettate: la fertilità dei ragazzi guariti da tumore infantile
Gianlugi Marini
Dr. med FMH Internista e Oncologo, consulentre IOSI (Bellinzona) per tumori epatici
Il Tumore primario del fegato (HCC), importante realtà locale in  Svizzera e in Ticino
Il fegato può essere compromesso da metastasi di tumori originati in altri organi ma anche essere l’organo di origine di un tumore primario nato dalle cellule del fegato, definito Epatocarcinoma, HCC (Hepatocellular Carcinoma). In Ticino vediamo almeno 60 casi all’anno, realtà purtroppo importante.
Nel mondo occidentale l’epatocarcinoma insorge solamente in un fegato affetto da cirrosi, le cui più importanti cause sono: epatite C, epatite B, l’alcolismo, ma anche il diabete e la steatosi- fegato grasso. I pazienti a rischio sono sottoposti a stretta sorveglianza ecografica, perché solo la diagnosi precoce offre qualche speranza di cura. A diagnosi avvenuta il caso viene presentato alla nostra équipe interdisciplinare UCEP, Unità Cantonale Epatopancreatica che, valutando il volume intraepatico del tumore, il bilancio della cirrosi, il quadro internistico generale del paziente, può inquadrare, anche con l’uso di un protocollo internazionale sviluppato a Barcelona (BCLC), la terapia indicata per il singolo caso:

  • trattamento locoregionale intra-arterioso
  • trattamento locoregionale con radiofrequenza o microonde
  • chemioterapia o trattamento biologico
  • cure puramente palliative

Maurizio D'Incalci
Prof. straordinario di Farmacologia
Humanitas Research Hospital - Milano

L'eterogeneità tumorale e la resistenza alle terapie


Lorenzo Rossi
Dr. med FMH oncologia medica, specialista tumore al seno
Passato, presente e futuro dei trattamenti sistemici per il tumore mammario
Il tumore mammario è un gruppo eterogeneo di malattie neoplastiche, diverse dal punto di vista clinico, biologico e prognostico, ciascuno con target terapeutici e risultati clinici differenti. Nel tempo, le terapie per il tumore mammario sono notevolmente cambiate, con l'obiettivo di essere sempre più efficaci e di ridurre l'insorgenza di resistenze. In questo senso, il recentissimo sviluppo di farmaci anticorpo-coniugati (ADC) rappresenta una vera e propria rivoluzione. Rispetto al passato, oggi le opportunità terapeutiche sono nettamente aumentate, e nel futuro dovremo aspettarci una sempre maggiore personalizzazione e complessità delle proposte terapeutiche.

Maria Cristina Marini
Dr.ssa med FMH oncologia medica, nutrizione clinica in ambito oncologico

Nutrizione e oncologia: dove siamo e dove andiamo

Uno dei problemi emergenti nell’ambito della nutrizione è sicuramente la grande richiesta di informazioni su alimentazione e tumori da parte dei pazienti oncologici. Ormai da anni la ricerca scientifica studia come l’alimentazione possa permettere al paziente oncologico di affrontare meglio la malattia, gli effetti collaterali della terapie e avere una prognosi migliore.

Gli obiettivi delle ricerche effettuate e in corso sono diversi. Il primo è quello della prevenzione e cioè quello di stabilire quali indicazioni nutrizionali permettano di abbassare l’incidenza delle malattie oncologiche e le frequenza delle loro possibili recidive. Il secondo aspetto riguarda più da vicino l’alimentazione durante le terapie oncologiche e i differenti stili alimentari che possono influire sugli effetti collaterali delle terapie, riducendoli.

Oggi si parla sempre più di medicina di precisione e anche in ambito nutrizionale è importante avere un approccio personalizzato, possibile solo attraverso il lavoro congiunto di un team multidisciplinare, all’interno del quale dovrebbe essere sempre presente un professionista specializzato in nutrizione, figura purtroppo ancora molto assente all’interno dei reparti di oncologia. L’obiettivo deve essere quello di ripristinare le funzioni biologiche fondamentali, spesso alterate dalla malattia, correggendo eventuali deficit in atto ed evitando la comparsa di uno stato di malnutrizione, che rimane una delle complicanze più frequenti nel paziente oncologico associata ad un’importante morbidità e mortalità.


Claudia Gamondi
Primario PD Dr.ssa med FMH - Clinica di Cure palliative e di supporto - IOSI

Le cure palliative sempre più verso una medicina olistica e personalizzata
Le cure palliative nell’accezione moderna del termine sono una specialità relativamente recente della medicina. Nate all’inizio del dopo guerra, esse si sono sviluppate dapprima in Inghilterra e nei paesi anglosassoni e man mano nei paesi europei e negli altri continenti.
Le cure palliative offrono un approccio olistico al paziente affetto da malattia evolutiva cronica, generalmente prognosi-limitante e al suo entourage familiare. Pur rappresentando una specialità della medicina, si appoggiano su un approccio olistico profondamente interdisciplinare e offrono cure poliedriche, ritagliate sui bisogni multidimensionali della persona malata.
Offrono ai professionisti l’occasione di poter affrontare, all’interno della loro pratica clinica, tematiche complesse, strettamente biomediche così come anche psico-esistenziali, con uno sguardo sempre attento alla dimensione etica delle decisioni.

 
Nicole Ferrera
Dr. med FMH Medicina interna, Ipnosi medica SMHS


L'ipnosi medica
La nostra mente si divide in una parte razionale, circa il 3%, ed una parte subconscia, ovvero il 97% della nostra mente che coordina i 100 trilioni di cellule di cui il nostro corpo è composto. Si tratta in un certo senso del pilota automatico del corpo, che genera e mantiene degli schemi di comportamento utili per la sopravvivenza.
Alcuni schemi noi li impariamo in modo volontario, come camminare, guidare l’automobile, scrivere, le tabelline, trarre note da uno strumento musicale; ma la maggior parte degli schemi di comportamento sono spesso acquisiti involontariamente nei periodi sensibili della nostra vita, sia durante la primissima età che durante passaggi di vita particolarmente sensibili o dolorosi. Ci permettono in quel momento di adattarci ad una situazione specifica, ma vengono registrati ad un livello subconscio.
Essi andranno poi altrettanto involontariamente a condizionare il nostro modo di interagire con la realtà; quando si tratta di schemi limitanti, come spesso accade, essi ci frenano nell’espressione delle nostre piene capacità.
Inoltre è molto difficile cambiare degli schemi subconsci su un piano razionale, spesso ci confrontiamo a una frustrazione del tipo “so che dovrei, ma è più forte di me”.
Le tecniche di ipnosi, come altre tecniche mente-corpo, vanno a parlare al subconscio, attraverso metafore, sensazioni fisiche, emozioni. L’obiettivo è quello di modificare il proprio comportamento di fronte alle situazioni difficili, cambiando gli schemi abituali.




Giovanni Pellegri
Dottore in neurobiologia e noto divulgatore scientifico
Moderatore congresso PharmaDay

Nato a Lugano, sposato e padre di 4 figli, ha conseguito la laurea in biologia presso la Facoltà di Scienze dell´Università di Losanna, premiata per l’eccellenza dei risultati ottenuti. Ha svolto un dottorato in neurobiologia presso la Facoltà di medicina di Losanna a sua volta premiato come migliore ricerca dell’anno dalla rivista scientifica “Le Scienze” (ed. italiana di Scientific Americain). Dopo aver dedicato 7 anni ad un’associazione attiva in ambito umanitario e sociale, è entrato all’USI al Servizio Ricerca con il compito di promuovere la ricerca scientifica e in particolare quella europea. Dal 2005 ha creato L’ideatorio, un servizio dell’USI che si occupa del dialogo scienza e società e della promozione della cultura scientifica. L’ideatorio propone esposizioni scientifiche, percorsi didattici, studi sulla percezione pubblica della scienza, vacanze scientifiche, festival della scienza, ecc.  Collabora con diverse iniziative cantonali, nazionali e internazionali.  Inoltre dal 2006 collabora, come conduttore e redattore, con il programma “Il Giardino di Albert” della RSI. È membro del comitato della Società ticinese di scienze naturali, del comitato della Settimana del cervello e dell’Assemblea di Caritas Ticino. Dal 2004 è coordinatore regionale, presso l’Università della Svizzera italiana, della Fondazione "Science et Cité" che si occupa di promuovere il dialogo tra la scienza e i cittadini.
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Il congresso farmaceutico ticinese
© by Tanea Sagl - CH Lugano
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